sabato 12 aprile 2014

Roma sparita: il Teatro Apollo

Ormai rimane solo una lapide, sul lungotevere Tor di Nona, a testimoniare l'esistenza del glorioso Teatro Apollo, uno dei più belli della Roma papale.
Venne costruito nel 1670, per volere di Cristina di Svezia, sullo scheletro del carcere Tor di Nona, dove centinaia di prigionieri, tra cui Benvenuto Cellini, avevano a lungo sofferto.
In principio il teatro, nonostante avesse ospitato numerosi spettacoli, non ebbe molta fortuna. Questo e la rigidità di Innocenzo XII ne favorirono nel 1697 la prima demolizione.
In compenso, Clemente XII ne ordinò la ricostruzione nel 1733, ma la sua vita fu breve perché un incendio lo distrusse completamente nel 1781.
Grazie alla famiglia Torlonia e al Valadier, che diede un'impronta neoclassica, il teatro tornò a splendere e toccò l'apice della fama, tanto da contendere al Teatro Argentina i favori dell'aristocrazia.
Ospitò grandi e famose opere come l'Anna Bolena di Donizetti, la Norma e i Puritani di Bellini
Nel 1889, per permettere la costruzione del Lungotevere e dei muraglioni, fu definitivamente demolito.
Diversi anni dopo la distruzione della struttura, si decise di porre la citata lapide in marmo per ricordarne i fasti. L'epigrafe ricorda come Giuseppe Verdi scelse proprio questo teatro per rappresentare, per la prima volta, due importanti opere: il Trovatore nel 1853 e Un ballo in maschera nel 1859.
Nei primi anni 30 del secolo scorso venne riaperto, nella vicina via degli Acquasparta, con il nome di Teatro Tordinona e divenne ben presto un luogo prediletto dal drammaturgo Luigi Pirandello, tanto da prenderne il nome per un breve periodo.


Epigrafe sul Teatro Apollo

Interni Teatro Apollo

Ritratto di Giuseppe Verdi

 


Visualizzazione ingrandita della mappa

Nessun commento:

Posta un commento