Nati nel 1874, su iniziativa del primo sindaco Luigi Pinciani, diventarono ben presto parte integrante dell’assetto urbano, garantendo acqua gratuita per tutti. Il primo modello era caratterizzato da tre cannelle a forma di drago e oggi ne rimangono pochi esemplari, uno di questi è ancora visibile proprio davanti alla fontana del Pantheon.
Attualmente se ne contano circa 2500 e per gli osservatori più attenti ci sono diversi modelli: in ghisa, in marmo, con la lupa capitolina, a manovella. Testimoni quotidiani di scene di vita disparate: frutta messa a lavare, semplice sosta, riparo dalla calura estiva, toletta quotidiana e chi ne ha più ne metta. Ma il vero e proprio nasone rimarrà sempre lui: in ghisa e cannella ricurva, quello della Roma anni 50 per intenderci, la città di Poveri ma belli o di Vacanze Romane. Con quella faccia lì, un po' malinconico e un po' sornione.
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Nasone in ghisa |
Particolare uso del nasone © Domenico Casamassima |
Preview mappa dei nasoni |
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