martedì 18 marzo 2014

Er nasone tra smartphone e nostalgia

I nasoni, per i non romani “fontanelle pubbliche”, restano uno dei simboli della città per eccellenza. Amati e riscoperti, sono oramai al passo con i tempi, tanto da farne apposite mappe, siti web, App per smartphone o iPhone in grado di localizzarli.
Nati nel 1874, su iniziativa del primo sindaco Luigi Pinciani, diventarono ben presto parte integrante dell’assetto urbano, garantendo acqua gratuita per tutti. Il primo modello era caratterizzato da tre cannelle a forma di drago e oggi ne rimangono pochi esemplari, uno di questi è ancora visibile proprio davanti alla fontana del Pantheon.

Attualmente se ne contano circa 2500 e  per gli osservatori  più attenti ci sono diversi modelli: in ghisa, in marmo, con la lupa capitolina, a manovella. Testimoni quotidiani di scene di vita disparate: frutta messa a lavare, semplice sosta, riparo dalla calura estiva, toletta quotidiana e chi ne ha più ne metta. Ma il vero e proprio nasone rimarrà sempre lui: in ghisa e cannella ricurva, quello della Roma anni 50 per intenderci, la città di Poveri ma belli o di Vacanze Romane. Con quella faccia lì, un po' malinconico e un po' sornione.
Per visualizzare la mappa dei nasoni in pdf visitate il sito Acea http://ow.ly/uAlbB







Nasone in ghisa
 

Particolare uso del nasone
© Domenico Casamassima 




Preview mappa dei nasoni

Nessun commento:

Posta un commento