A due passi dal Lungotevere, nascosta tra i vicoli del centro storico, è possibile ammirare la fontana delle Tartarughe, un piccolo gioiello di Roma.
Situata in piazza Mattei, dal nome della potente famiglia a cui apparteneva il palazzo che lì si affaccia, la Fontana venne costruita nel 1581 dallo scultore Taddeo Landini, su progetto dell’architetto Giacomo Della Porta.
La struttura subì diverse variazioni in corso d’opera, il disegno originario prevedeva quattro efebi e otto delfini in marmo; si optò invece per una realizzazione in bronzo e vennero eliminati quattro delfini, attualmente visibili nella fontana di piazza della Chiesa Nuova.
Oggi possiamo, dunque, osservare, nella parte inferiore, un basamento in marmo impreziosito da quattro conchiglie. Nella parte superiore, i quattro efebi, poggiati sui delfini, sostengono un’altra vasca, decorata da volti di putti, spingendo le piccole tartarughe a bervi.
La leggenda vuole che un duca della famiglia Mattei, noto giocatore d’azzardo, perse tutto il suo patrimonio in una sola notte. La notizia giunse alle orecchie del padre della ragazza amata che rifiutò di concedergli la mano della figlia; il duca, sdegnato dall’affronto, decise di dimostrare il suo valore, affermando che in una notte, lo stesso tempo in cui era riuscito a perdere tutti i suoi beni, avrebbe costruito qualcosa di eccezionale.Oggi possiamo, dunque, osservare, nella parte inferiore, un basamento in marmo impreziosito da quattro conchiglie. Nella parte superiore, i quattro efebi, poggiati sui delfini, sostengono un’altra vasca, decorata da volti di putti, spingendo le piccole tartarughe a bervi.
Il giorno successivo, padre e figlia furono convocati a palazzo dal duca, che, aprendo la finestra, mostrò la splendida fontana fatta erigere proprio al centro della piazza.
I due giovani riuscirono a sposarsi e da quel momento in poi la finestra del palazzo, da cui è visibile la Fontana, venne murata in ricordo dell’evento.
Non perdete l’occasione per una visita al vicino quartiere ebraico, tra i più antichi del mondo, ricco di storia e tradizione. Dopo una passeggiata tra i suoi caratteristici vicoli, ritagliatevi il tempo per gustare alcune delle specialità tipiche della cucina giudaico romana. Uno dei piatti più gustosi è sicuramente il "carciofo alla giudia". C'è Roma e Roma vi dà la ricetta, pronti per un'anticipazione?
Ricetta del carciofo alla giudia
Utilizzare il "mammola", carciofo romano per eccellenza, noto per la sua tenerezza.
Pulire bene i carciofi (eliminare le foglie esterne più verdi e dure dei carciofi fino ad arrivare a quelle interne più morbide) e lasciarli in un recipiente con acqua e limone per una decina di minuti.
Dividere a metà i carciofi verticalmente.
Scaldare un'abbondante quantità di olio in una padella larga ed immergere i carciofi due alla volta lasciandoli galleggiare.
Togliere i carciofi dopo 20 minuti circa e aprire, con attenzione, le foglie a corolla.
Scaldare un'abbondante quantità di olio in una padella larga ed immergere i carciofi due alla volta lasciandoli galleggiare.
Togliere i carciofi dopo 20 minuti circa e aprire, con attenzione, le foglie a corolla.
Porli di nuovo, a gambo in su, nella padella e, a fiamma fortissima, friggere per un paio di minuti fino a quando diventano di un bel colore dorato.
Farli sgocciolare su uno scolapasta e servili ben caldi, conditi con sale.
Farli sgocciolare su uno scolapasta e servili ben caldi, conditi con sale.
Fontana delle Tartarughe |