martedì 24 febbraio 2015

L'Arco di Giano tra luci e suggestioni

Da alcuni giorni l'Arco di Giano, a pochi passi dalle chiese di San Giorgio in Velabro e di Santa Maria in Cosmedin, è diventato il testimone delle meraviglie dell'antica Roma.
Tutto ciò grazie a "Populus", un'installazione visiva che proietta sulle pareti del monumento le immagini di famose opere ospitate in alcuni musei romani.
L'arco, costruito nel IV secolod.C., venne per molto tempo associato al tempio di Giano, ma questo non deve trarre in inganno. Il monumento non era un omaggio alla divinità, bensì l'antico ingresso al Foro Boario, uno dei cuori pulsanti della città.
Il termine latino "Ianus" è alla base di questo equivoco, visto il suo ulteriore significato di "passaggio coperto". Giano era, infatti, una divinità dai diversi ruoli, tra cui quello di protettore delle attività che avessero un inizio ed una fine.
Per associazione, egli era considerato anche il custode di tutti quei luoghi di passaggio, comprese le porte, dotati di un'entrata e un'uscita.
L'arco, sostenuto da quattro imponenti pilastri, appare oggi piuttosto spoglio. Grazie ad alcune ricostruzioni è possibile stabilire che le nicchie ospitassero delle statue e che le quattro porte fossero sormontate da sculture raffiguranti: la dea Roma, Giunone, Minerva e Cerere.
Nel periodo medioevale l'arco, oramai privo delle sue decorazioni, divenne la base di una torre fortificata di proprietà della famiglia Frangipane.
La fortificazione fu demolita solo nel 1830, ma venne erroneamente distrutta anche l'originale parte superiore.
L'installazione "Populus" vi dà appuntamento stasera, dalle ore 18 alle 24, per l'ultimo giorno.
Per gli assenti nessun problema, date un'occhiata all'album fotografico di C'è Roma e Roma!


Installazione
 
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Arco di Giano





mercoledì 4 febbraio 2015

Le donne di Galleria Sciarra e il trionfo del Liberty romano

Uno splendido angolo in stile Liberty, ecco cosa si nasconde in via Minghetti, a pochi passi da Fontana di Trevi e dallo storico teatro Quirino.
Si tratta di Galleria Sciarra, un tempo cortile dell'omonimo palazzo-museo situato in via del Corso, oggi utilizzata come passaggio pedonale.
La Galleria venne costruita tra il 1885 e il 1888, per volontà dell'imprenditore ed intellettuale Maffeo Sciarra, che incaricò della realizzazione l'architetto Giulio De Angelis.
Quest'ultimo progettò una struttura sviluppata su due piani, sorretta da colonne in ghisa e sormontata da una cupola quadrata, realizzata in ferro battuto e vetro.
Le decorazioni, realizzate dal pittore Giuseppe Cellini, si basarono su temi cari al Liberty: dai motivi floreali alle immagini femminili, quest'ultime tema portante del programma iconografico scelto.
Nel primo livello si assiste, infatti, all'apoteosi della "donna" borghese, qui ritratta nelle vesti di madre e moglie; a seguire, nella seconda fascia, la personificazione delle virtù femminili (tra le quali scorgiamo: Prudenza, Pazienza, Misericordia) rappresentate in scene di vita quotidiana.
Tematiche borghesi in contrasto con lo stile preraffaellita utilizzato e con le sue donne dai richiami mitologici. Cellini inserì, inoltre, decorazioni di matrice classica, dando così vita a una struttura in bilico tra moderno e antico.
La costruzione della Galleria coincise con la caduta degli ideali post unitari e l'avvento del Decadentismo in Italia.  Non a caso la struttura ospitò la sede della rivista letteraria "Cronaca bizantina", di proprietà dello stesso Sciarra e diretta da Gabriele D'Annunzio, uno degli esponenti più famosi del movimento.
Dopo anni di restauro, questo piccolo gioiello è finalmente tornato al suo splendore. Non perdete l'occasione per un omaggio alla bella époque romana.

Affreschi di Galleria Sciarra

Dettagli sul tema della "donna"


Cupola quadrata


Veduta Galleria


Ingresso