lunedì 13 ottobre 2014

Madama Lucrezia: una voce al femminile

C'è una donna tra le statue parlanti di Roma: Madama Lucrezia, esponente femminile della Congrega degli Arguti, che da secoli racconta con ironia i malumori della città.
La statua in questione è un busto romano del II sec d.C. alto 3 metri e posto su un basamento accanto alla basilica di San Marco, a pochi passi da piazza Venezia.
L'iconografia, in particolare il nodo dell'abito, permette di associare la figura alla colossale statua della dea Iside, situata probabilmente in Campo Marzio e spostata nella sua attuale sede solo nel 1500, per opera del cardinale Lorenzo Cybo.
La leggenda vuole che il nome derivi da Lucrezia D'Alagno, amante di re Alfonso V d'Aragona di Napoli, che si trasferì a Roma in seguito alla morte del sovrano e alla perdita di influenza nella corte.
Nel corso dei secoli la statua divenne protagonista della cosiddetta "cerimonia dei guitti", che si svolgeva in città ogni primo maggio.
Durante la festa, Madama Lucrezia veniva decorata con una corona di aglio e dei nastri; gli uomini "guitti", ossia artisti di strada, mendicanti e personaggi eccentrici, ballavano il "saltarello" (famosa danza popolare) con le più belle donne di Roma, presentandole prima alla statua.
Lucrezia si pronunciò con pochi ma significativi versi satirici. Uno dei più noti risale al 1799, anno della Repubblica Romana, quando il popolo inferocito gettò il busto dal piedistallo; il giorno dopo sulla sua schiena fu trovato questo cartello: "Non ne posso veder più", alludendo all'insofferenza verso la difficile situazione politica.
Un'ultima curiosità, secondo alcune teorie il famoso "piedone" di marmo, situato nella via omonima, apparterrebbe proprio alla nostra statua parlante. Lucrezia ha perso la scarpetta?

Madama Lucrezia
Piede di marmo
Il saltarello