Tutto ciò grazie a "Populus", un'installazione visiva che proietta sulle pareti del monumento le immagini di famose opere ospitate in alcuni musei romani.
L'arco, costruito nel IV secolod.C., venne per molto tempo associato al tempio di Giano, ma questo non deve trarre in inganno. Il monumento non era un omaggio alla divinità, bensì l'antico ingresso al Foro Boario, uno dei cuori pulsanti della città.
Il termine latino "Ianus" è alla base di questo equivoco, visto il suo ulteriore significato di "passaggio coperto". Giano era, infatti, una divinità dai diversi ruoli, tra cui quello di protettore delle attività che avessero un inizio ed una fine.
Per associazione, egli era considerato anche il custode di tutti quei luoghi di passaggio, comprese le porte, dotati di un'entrata e un'uscita.
L'arco, sostenuto da quattro imponenti pilastri, appare oggi piuttosto spoglio. Grazie ad alcune ricostruzioni è possibile stabilire che le nicchie ospitassero delle statue e che le quattro porte fossero sormontate da sculture raffiguranti: la dea Roma, Giunone, Minerva e Cerere.
Nel periodo medioevale l'arco, oramai privo delle sue decorazioni, divenne la base di una torre fortificata di proprietà della famiglia Frangipane.
La fortificazione fu demolita solo nel 1830, ma venne erroneamente distrutta anche l'originale parte superiore.
L'installazione "Populus" vi dà appuntamento stasera, dalle ore 18 alle 24, per l'ultimo giorno.
Per gli assenti nessun problema, date un'occhiata all'album fotografico di C'è Roma e Roma!
Installazione |
Installazione |
Installazione |
Installazione |
Arco di Giano |